giovedì 24 novembre 2011

Wilco - The whole love

(Pubblicato su Extra! Music Magazine)

Sull’eclettismo musicale dei Wilco si potrebbe scrivere un trattato; basti solamente osservare il tragitto sonoro che i nostri hanno percorso a partire dal loro debutto fino ad arrivare al nuovo The Whole Love. Un lungo ed intenso viaggio in musica che a partire dalle atmosfere alternative country che permeavano il loro primo vagito in studio, ha portato il gruppo a reinventarsi disco dopo disco nel nome di una sperimentazione sonora che non ha conosciuto sosta.
Merito senza dubbio del talento compositivo di Jeff Tweedy, a mio parere uno dei maggiori songwriter della sua generazione, nonché di un manipolo di musicisti eccelsi per inventiva e capacità tecniche, che ha trovato nell’inserimento in pianta stabile di Nels Cline e Glenn Kotche nuova linfa creativa.  Un combo che ha fatto della ricerca sonora il suo credo, arrivando a toccare in passato vette di ineguagliabile bellezza. Ricerca capace di fondere tra di loro i generi più disparati; dal folk al country, fino ad arrivare all’alternative rock ed all’elettronica, uniti a un gusto per la melodia smaccatamente pop, il tutto in una miscela sonora difficilmente riscontrabile in altri gruppi dell’odierno panorama musicale. I Wilco rappresentano infatti un’entità a sé stante, lontana da catalogazioni o inserimenti in questa o quella scena, in quanto fautori di un sound capace, come accennato poc’anzi, di travalicare ogni confine musicale. A questo si aggiunge la recente creazione di una propria casa discografica, la dBpm per la quale viene pubblicato lo stesso The Whole Love, ulteriore segnale di un’ormai raggiunta indipendenza artistica. Prima di passare a trattare dell’aspetto prettamente musicale è doveroso soffermarsi sull’aspetto grafico dell’album. La versione deluxe di quest’ultimo è infatti particolarmente ricca e curata, merito senza dubbio di una lussuosa versione cartonata e di un corposo libretto contenente tutte le liriche e alcune splendide foto. L’occhio è pertanto sicuramente appagato ma ora è l’orecchio a reclamare la propria parte. Partiamo subito dicendo che The Whole Love non è un disco di facile fruizione, complice anche una stratificazione sonora piuttosto complessa unita ad un’eterogeneità di stili che si fa in questa occasione ancora più marcata rispetto al passato. Per farvi un’idea complessiva delle sonorità che troverete ivi contenute, immaginate di porre una carica esplosiva sotto la discografia wilconiana, e una volta fatta brillare quest’ultima di raccattarne i detriti sonori, componendo con essi un nuovo e intrigante mosaico musicale. Compito di aprire le danze spetta a quello che forse è il brano più sperimentale del lotto; Art Of Almost. Lunga, complessa, si sviluppa lentamente su più livelli, tra squarci elettronici, interventi orchestrali e reminescenze pop, in una sorta di calderone sonoro di grande suggestione. Scelta come singolo, I Might, cattura invece fin dal primo istante, con il suo incedere in bilico tra pop e rock, così come avviene nella pianistica Sunloathe e in Born Alone, dove riemerge il gusto per la melodia che da sempre contraddistingue i nostri. Black Moon e Open Mind ci riportano invece in territori cari al Jeff Tweedy più folk oriented, tra soffuse atmosfere acustiche, con la lapsteel di Nels Cline in primo piano. La swingata Capitol City ricorda in più di un frangente la produzione più scanzonata a marchio McCartney, nei bei vecchi tempi beatlesiani. Rising Red Lung è una nuova parentesi dai toni tenui, nella quale ampio spazio viene lasciato alle chitarre elettriche di Cline e Sansone, che avvolgono la suadente melodia opera della chitarra acustica di Tweedy. Dawned On Me e Standing O ricalcano invece quella formula sonora che ha reso celebre il gruppo, un intreccio tra sperimentalismo rock e armonie di matrice pop, che viene ripreso anche nella title track. La vera sorpresa arriva però in chiusura con la struggente acusticità di One Sunday Morning, disgressione musicale di dodici minuti, tra umori bucolici e derive in odore di psichedelia, per quella che è l’ennesima perla partorita dalla fervida mente di Tweedy. Nella versione deluxe possiamo inoltre trovare un secondo dischetto contenente alcune succose sorprese, che lascio a voi il piacere di scoprire.
The Whole Love è senza ombra di dubbio un nuovo splendido tassello di una discografia lastricata di piccoli grandi capolavori, e conferma una volta di più i Wilco come una delle più straordinarie rock band attualmente in circolazione.

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