giovedì 3 novembre 2011

Rosita Kèss - Northern sky

(Pubblicato su Extra! Music Magazine)

Terzo album per la “girovaga” Rosita Kèss, veneziana di nascita ma newyorkese di adozione, dopo una percorso musicale che l’ha vista transitare per Berlino, Barcellona, Parigi e Londra. Una vita passata ‘on the road’ quindi, che ha sicuramente lasciato un profondo segno nell’anima della cantautrice. Viaggi che trovano la loro sintesi musicale in questo splendido Northern Sky.
Pop di stampo americano, accenni di bossa nova e richiami ai grandi chansonniers francesi, vengono sapientemente dosati in una formula sonora fresca e accattivante, testimonianza di un notevole talento compositivo. Basta inserire il disco nel lettore per essere sommersi da un songwriting straripante, dove ogni singola nota e ogni singola parola vengono calibrate, studiate e infine fuse in dodici piccoli acquerelli sonori, che non hanno nulla da invidiare a composizioni di artisti ben più blasonati. C’è da dire che il blasone è in parte presente anche in questo disco, soprattutto a livello di produzione, dove troviamo Richard Julian (straordinario musicista nell’orbita di Norah Jones nonché membro dei The Little Willies) e Jesse Murphy (collaboratore di John Scofield), ma anche per quanto riguarda la parte musicale, vista la notorietà di alcuni dei musicisti coinvolti.
Ma non è il blasone a caratterizzare questa nuova fatica della Kèss, ma bensì, come poc’anzi accennato, un talento compositivo decisamente al di sopra della media, e una voce sensuale, capace di emozionare anche con un semplice sussurro. Prendiamo per esempio l’opening track The Blind Painter, che trova la propria forza nel sottrarre invece che nell’aggiungere; dove su di una sezione ritmica composta da contrabbasso e percussioni, magistralmente suonati da Jesse Murphy e Mauro Refosco (collaboratore tra gli altri di Capossella), si intrecciano, in una sinuosa danza, il flauto di Erik Lawrence e la chitarra acustica di Gabriel Gordon, con la voce della Kèss, impegnata a saltellare tra le note, per un brano dallo straordinario appeal radiofonico. Atmosfere latine, in odore di bossa nova, per la successiva Northern Sky dove troviamo, oltre a Richard Julian, impegnato alla chitarra, uno degli ospiti di “lusso” del disco, Beth Hirsch, già cantante degli Air, la cui eterea voce ben si amalgama con quella della cantautrice italoamericana. Più smaccatamente pop, ma di quello sopraffino, è Tell Me, nella quale a condurre le danze è l’hammond di Brian Mitchell, che spande liquidità sonora per tutta la durata del brano. Brian Mitchell che ritroviamo all’accordion in quel delizioso acquerello a tempo di valzer che è Leaving Alone; un brano che paga un tributo nei confronti dei grandi chansonniers francesi, con la Kèss intenta a duettare proprio con l’accordion.
Nuovo duetto vocale, questa volta con Gabriel Gordon, in Never Can Stop The Rain, suadente ballata venata di soul, con il piano della titolare che ben si interseca con l’hammond di Mitchell. Waiting For The Snow, pesca di nuovo a piene mani nella musica latina, e si distingue per l’andamento sinuoso, grazie anche all’apporto del trombone di Clark Gayton. Gioca invece a fare la country singer, la Kèss, nella riuscita Where Should I Go, con la chitarra elettrica di Jim Campilongo a ammantare di desertico il tutto. Gyspy Moonshine sa invece unire sapientemente l’introspezione del soul con l’apertura melodica del pop, e farebbe di sicuro sfaceli in qualsiasi stazione radio del globo terraqueo. Introspezione che ritroviamo nella quasi cameristica Mary, dove la nostra, nella migliore tradizione delle chanteuses, si destreggia al piano e alla voce, a cui si aggiungono i parchi interventi di un violoncello e di un contrabbasso, suonato rigorosamente con l’archetto. Di tutt’altro tenore la folkeggiante Always Be Mine, con ospiti alle corde varie gli Hounds, che chiude l’album come meglio non si potrebbe.
Un lavoro questo Northern Sky, da assaporare lentamente, per venirne suadentemente avvolti, lasciandosi così rapire dalla miriade di suoni e di colori che ne scaturiscono.


                       

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