giovedì 3 novembre 2011

Mark "Pocket" Goldberg - Off the alleway

(Pubblicato su Rootshighway)

Lungo i polverosi sentieri del blues ci si può imbattere nei più disparati personaggi; uomini e donne con la musica nell'anima; fieri testimoni di una tradizione musicale antica e ricca di fascino, in grado ancora oggi di fare proseliti. Ed è proprio su uno di questi sentieri che incrociamo Mark "Pocket" Goldberg. Contrabbassista di vaglia, il nostro arriva con questo Off the Alleyway al suo debutto solista. Un lavoro composto da dodici brani originali: scelta coraggiosa che mette in luce le ottime capacità di scrittura del nostro. Goldberg si circonda di un terzetto di musicisti di valore, composto da Debra Dobkin alla batteria, percussioni e voce, Nick Kirgo alle chitarre e David Fraser al piano, accordion e armonica, ai quali si aggiungono alcuni ospiti del calibro di Terry Evans, Jay Dee Madness e James Gadson. Quello che colpisce fin dal primo ascolto è però la voce di Goldberg, descritta come l'incontro tra Howlin Wolf, Johnny Cash, Randy Newman e Leonard Cohen all'annuale Bar-B-Que Picnic organizzato da Louis Armstrong. Un'immagine suggestiva che rende appieno l'idea della vocalità del nostro: roca, quasi demoniaca in alcuni momenti, baritonale in altri.
Esempio perfetto di quanto detto poc'anzi è l'opener No mercy for the Wicked Blues, una sorta di incrocio tra gli ululati di Howlin Wolf e l'eclettismo vocale del Tom Waits più roots oriented; il tutto su di un impianto strumentale di matrice tipicamente blues, con Fraser a soffiare sapientemente nella sua armonica. In odore di border è invece Bumps in the Road, con l'accordion a dettare i ritmi ben supportato da un ottimo lavoro ritmico e da una chitarra slide che ricorda a tratti il miglior Ry Cooder. Intrisa di gospel è invece la struggente This Train, con una prestazione vocale di Goldberg di grande intensità a cui fanno da contraltare i cori ad opera di Teresa James e Billy Watts. Più prettamente blues sono invece lo shuffle Down Home Woman e lo slow Lost Another one Blues, dove in quest'ultima fanno la loro comparsa i Texicali Horns e Barry Goldberg all'hammond.
Di stampo pianistico sono le terse Walkin Away e Whistlin Away simili sia per titolo che per impostazione strumentale. She Carries sembra arrivare da un disco della Band, mid-tempo intriso di quel classico suono delle radici, del quale il gruppo di Levon Helm è stato uno dei massimi esponenti. Più country oriented è invece No Prison Bars, che vede la presenza alla pedal steel di Jay Dee Maness. Pedal steel che ritorna nuovamente nell'incalzante country'n'roll Best on My Way. Before You Go è un divertente doo wop, con i suoni vintage tipici degli anni '50. Quasi voodoo è invece la finale Bounce, tutta giocata sull'insolito abbinamento sezione ritmica-voci. Un disco di pregevole fattura questo Off the Alleyway, in grado di emozionare con il suo variegato patchwork musicale. Un consiglio? Procuratevelo!

                         

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