
Esempio perfetto di quanto detto poc'anzi è l'opener No mercy for the Wicked Blues, una sorta di incrocio tra gli ululati di Howlin Wolf e l'eclettismo vocale del Tom Waits più roots oriented; il tutto su di un impianto strumentale di matrice tipicamente blues, con Fraser a soffiare sapientemente nella sua armonica. In odore di border è invece Bumps in the Road, con l'accordion a dettare i ritmi ben supportato da un ottimo lavoro ritmico e da una chitarra slide che ricorda a tratti il miglior Ry Cooder. Intrisa di gospel è invece la struggente This Train, con una prestazione vocale di Goldberg di grande intensità a cui fanno da contraltare i cori ad opera di Teresa James e Billy Watts. Più prettamente blues sono invece lo shuffle Down Home Woman e lo slow Lost Another one Blues, dove in quest'ultima fanno la loro comparsa i Texicali Horns e Barry Goldberg all'hammond.
Di stampo pianistico sono le terse Walkin Away e Whistlin Away simili sia per titolo che per impostazione strumentale. She Carries sembra arrivare da un disco della Band, mid-tempo intriso di quel classico suono delle radici, del quale il gruppo di Levon Helm è stato uno dei massimi esponenti. Più country oriented è invece No Prison Bars, che vede la presenza alla pedal steel di Jay Dee Maness. Pedal steel che ritorna nuovamente nell'incalzante country'n'roll Best on My Way. Before You Go è un divertente doo wop, con i suoni vintage tipici degli anni '50. Quasi voodoo è invece la finale Bounce, tutta giocata sull'insolito abbinamento sezione ritmica-voci. Un disco di pregevole fattura questo Off the Alleyway, in grado di emozionare con il suo variegato patchwork musicale. Un consiglio? Procuratevelo!
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