sabato 14 dicembre 2013

Powerdove - Do you burn?

(Pubblicato su Extra! Music Magazine)  

Dopo un primo EP in solitario, Live From The Maybeck House, ed un esordio sulla lunga distanza, Be Mine, registrato in trio, Annie Lewandowski giunge, oggi, al terzo capitolo della propria storia musicale, a nome Powerdove. Composto e impresso su nastro tra l'Inghilterra e gli Stati Uniti, Do You Burn?, vede il prezioso apporto del deerhoofiano John Dieterich, e del francese Thomas Bonvalet, riproponendo una formazione a tre, pressochè perfetta, nella sua essenzialità strumentale, per dar vita ai deliri onirici della “cantautrice” del Minnesota. Un ipnagogico comporre concretizzatosi in tredici tracce di scheletrica liricità, tra arcaici intarsi acustici e visionarie divagazioni avant folk. Un'estetica lo-fi capace di generare piccole gemme d'evanescente scarnificazione quali Fellow, narcolettica nenia dove anche i più acuti stridori paiono avere un ruolo fondamentale nella sparuta economia sonica della stessa; e il pianismo dissonante di Under Awnings, su di un ritmico pestare di mani e piedi. Come un piccolo raggio d'iridescente luce, a squarciare le oppiacee nebbie addensatesi fin qui, giunge, quasi inaspettata, Love Walked In, tra riverberi elettrici e solari arie caraibiche. E se nello sghembo declamare di California pare di trovarsi di fronte ad una Laura Veirs in pieno trip lisergico, tanto il lento pizzicare del banjo di Red Can Of Paint, quanto la laconica ballata All Along The Eaves, ci riportano verso uno spartano folk dai toni seppiati. Sintomatiche delle velleità improvvisative dei tre sono invece le oscillazioni melodico-ritmiche di Out On The Water, prima di tornare ad immergersi in plumbee atmosfere, in Out Of The Rain, dove ad incantare, sui soli “rintocchi” delle corde del contrabbasso di Dieterich, è la voce della Lewandowski, quasi un sussurro d'eterea malia. Un album, Do You Burn?, pur nella sua minimalistica intelaiatura, necessitante d'un ascolto attento e partecipe, magari nell'intimità avvolgente delle cuffie, per essere capito ed assaporato appieno. Armatevi pertanto di una buona dose di “coraggio sonico” e prestate un orecchio all'operato di Annie Lewandowski, ne sarete, più che piacevolmente, sorpresi.

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