giovedì 17 ottobre 2013

Malacoda & Michel - Al di là della notte

(Pubblicato su Extra! Music Magazine)

L’oscurità della notte come culla sonica nella quale far crescere un’esplorazione lirico-musicale, che dal cantautorato nostrano arriva a lambire sonorità moderniste, in bilico tra rock, rumorismo elettronico e vero e proprio field recording, il tutto condensato in un amalgama sonoro intrinsecamente legato a quelle atmosfere notturne alla base dello stesso processo compositivo. Una musica per l’ora tarda, ideale compagna di cammino di un’umanità, alla ricerca del proprio riscatto, tra bar vuoti e strade deserte, sotto l’implacabile sferzare della gelida pioggia autunnale. Un viaggio di “redenzione” che si snoda su di uno scuro tappeto sonoro intessuto da Michel Rigati e Francesco “Malacoda” Grassiccia, titolari del progetto nonché coautori delle otto tracce qui presenti, i quali si dividono democraticamente tra chitarra, pianoforte e microfono. Vedono la luce in tal modo composizioni di tetra fascinazione, quali La Baia, che fonda la propria bellezza armonica su di un gentile arpeggio di chitarra acustica, punteggiato dal lieve battere dei tasti del pianoforte e dal flauto pastorale di Sara Ceccarelli, fino a stemperare il tutto nel finale con il solo rumore della risacca marina. Del medesimo tenore sono la pianistica sofferenza di Cronaca Nera, appena venata da mai invasivi inserti elettronici, così come l’ariosità di Il Cappello, sintomatica di come il cantautorato di stampo “tradizionale” rimanga pur sempre il punto di partenza per le digressioni avanguardiste del duo toscano. Queste ultime si manifestano in particolar modo nella tetra title track, tra ossessivi riff chitarristici e i neri intarsi melodici del pianoforte. Maggior attenzione all’aspetto ritmico viene invece rivolta tanto nell’opener Nadir, quanto nella conclusiva L’Incantatore Di Serpenti, dove variegati inserti percussivi arricchiscono di reminescenze orientali una quasi opprimente causticità elettrica. Un esordio che denota una buona capacità di scrittura ed arrangiamento, complice anche un filo narrativo sempre ben presente, in queste otto piccole storie di crepuscolare speranza, perché d’altronde al di là della notte vi è sempre un nuovo giorno.

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