mercoledì 2 luglio 2014

We and the Devil, walking side by side - Intervista a Chris Cacavas e Edward Abbiati

(Pubblicato su Extra! Music Magazine)



Il primo è stato tastierista dei leggendari Green On Red, il secondo è invece il cuore pulsante dei Lowlands, una delle più belle e solide realtà dell'Americana “made in Italy”, oggi i due uniscono i propri songwriting in un inedito progetto condiviso.
Abbiamo chiesto a Chris Cacavas e Edward Abbiati di raccontarci la genesi di ”Me and the Devil”, primo ispirato risultato di questa comunione artistica.

Vi conoscete ormai da anni, e vi siete più volte, musicalmente frequentati, specie in occasione della registrazione dei primi due album dei Lowlands (band di cui Edward è leader e compositore) ai quali partecipa, in veste di ospite, proprio Chris. Quando e come è nata invece l'idea di un progetto a due?

Edward: Era un periodo in cui io ero un pò fermo con i Lowlands e anche lui era fermo da un pò. Ci sentivamo al telefono ogni tanto, un saluto e quattro chiacchiere. Ci siamo detti, perché non trovarci, senza scadenze o aspettative, due o tre giorni in cui proviamo a scrivere assieme. Vediamo come va. Era una cosa che io non avevo mai praticamente fatto. Tutto è stato molto naturale, i pezzi venivano molto fluidamente. Li componevamo e li facevamo a pezzi, musica e testi, sul momento. Appena trovavamo una struttura che ci pareva fosse la canzone, la registravamo al volo sul telefonino e passavamo alla seguente...dopo 4-5 brani abbiamo iniziato a pensare che forse stavamo scrivendo un disco assieme.


Suggestivo è, senza dubbio, il titolo di questo vostro primo parto discografico condiviso, Me and the Devil, rievocante una mitologia blues d'ascendenza johnsoniana. Come mai questa scelta? Ha qualche significato recondito?

Chris: Ummm...essenzialmente si riferisce a quell’antica lotta tra il bene e il male...o forse tra il male ed il male. Le canzoni su questo disco parlano di lotte interne ed esterne e la frustrazione nel non riuscire a trovare soluzioni semplici. La mitologia del diavolo? Per alcuni il Diavolo è molto reale e non ha nulla di mitologico. E’ sempre stato il simbolo del male profondo e ha avuto un ruolo in innumerevoli canzoni. Nel nostro caso forse abbiamo trovato un’alleanza più che una lotta...una collaborazione. Chissà. Time will tell.


Il blues, tuttavia, è solo uno degli elementi sonori presenti tra i solchi di un album avente nella sua multiformità stilistica il proprio tratto distintivo, nonché punto di forza. L'Americana in tutte le sue più diverse accezioni, l'elettricità del rock, il soul urbano e il raccoglimento agrodolce del folk convivono, infatti, in un intrigante amalgama che potrebbe quasi essere considerato una sorta di summa artistica dei vostri rispettivi percorsi musicali. Che ne pensate?

Chris: Ed e io abbiamo background molto simili per alcuni versi e molto diversi per altri. Ascoltiamo entrambi moltissimi generi musicali. Gli stili di queste canzoni sono usciti molto spontaneamente. Non ci siamo mai detti “ci serve un pezzo soul o un pezzo folk”. Abbiamo scritto le canzoni suonandole su due chitarre acustiche. La band le ha riempite in maniera molto intuitiva in studio.


Un lavoro, “Me and the Devil”, democratico fin dalla ragione sociale, recante entrambi i vostri nomi, così come a livello compositivo, con le vostre penne ad apporre equamente la loro firma. Avevate, singolarmente, già delle idee fissate su carta prima di incontrarvi in studio di registrazione oppure il songwriting di entrambi ha tratto giovamento da un lavorio lirico-musicale collettivo?

Edward: Ci eravamo imposti di non avere alcuna nota o linea di testo scritta prima di vederci. Volevamo fosse una cosa totalmente nuova e una collaborazione totale frutto del posto e del momento che ci riuniva. Le idee musicali e di testo sono arrivate da entrambi le parti. Abbiamo avuto una prima sessione di scrittura nel Febbraio del 2012 in cui abbiamo essenzialmente messo giù 9 brani. Ci siamo ritrovati a Giugno 2013 per rielaborare quelle canzoni e raffinarle e ne sono uscite un paio di nuove. Ad Agosto 2013 siamo andati a registrare. Spontaneo e libero ma tanto lavoro comunque alla base dei pezzi incisi. Musicalmente Chris ha sicuramente dato qualcosa in più e sui testi ho scritto qualcosa in più io. Direi un 60/40 e vice versa. Ci siamo spinti a vicenda a cambiare il nostro modo di scrivere e comporre. Credo che alla fine si sentano entrambe le personalità ma soprattutto che si senta la collaborazione. Non suona come un disco di Cacavas e non suona Lowlands...ma si sentono entrambi. Per me è stato esaltante e terrificante misurarmi con Chris. Mi ha spinto al limite. Musicalmente è infinito. Ho imparato moltissimo da questa collaborazione.


Oltre alla vostra vecchia “conoscenza” Mike Brenner alla pedal steel e Winston Watson ai tamburi, hanno preso parte alle sedute di registrazione un ristretto manipolo di valenti strumentisti. Come li avete coinvolti nella realizzazione del disco? 

Edward: A Pavia ci siamo trovati in 4, oltre a Chris ed io, Mike Brenner da Philadelphia, che collabora coi Lowlands fin dal primo disco e Winston Watson, amico di vecchia data di Chris dai tempi di Tucson. Il disco lo abbiamo registrato in 2 giorni fondamentalmente...dal terzo giorno abbiamo lavorato a qualche overdub. A Mike era venuto in mente un Sax per due pezzi e Pavia ha un sassofonista eccezionale che è Andres Villani. Una telefonata ed è arrivato col sax e le infradito. Stefan Roller, chitarrista tedesco amico di Chris, era sul Garda in ferie (ovviamente!) ed è venuto a trovarci un giorno in studio e ha registrato una parte spettrale per “Me and the devil”. Richard Hunter, armonicista USA nostro amico dai tempi di The Last Call, lo abbiamo coinvolto per dare un pò di colore e ritmo conoscendo benissimo le sue qualità. Ha registrato la sua parte negli states come anche David Henry che ci ha mandato una parte di Cello stupenda per “Hay Into Gold”. Lui lo conosco dai tempi di The Last Call e ha registrato per noi tutti gli archi del prossimo disco dei Lowlands. Fenomenale.


Registrazioni effettuate presso una sperduta fattoria nella campagna di Pavia, lo “Studio in the barn”. Ci potete raccontare cosa è accaduto, in questo arcaico luogo, durante quei giorni d'agosto dello scorso anno? 

Chris: Il granaio era usato come sala prove da alcune band locali ed è gestita da Furio Sollazzi, leggendario batterista pavese che ultimamente suona in una band tributo ai Beatles. Anche se c’era un tappeto e numerosi strumenti era tanto granaio quanto sala prove. Ragnatele gigantesche, gli uccelli sotto al tetto e tracce di topi ovunque. Mancava solo il fieno! Per fortuna Ed e sua moglie lo hanno ripulito prima del nostro arrivo...fondendo il loro aspirapolvere!!


La naturale prosecuzione della “vita” di un album in studio è la sua riproposizione dal vivo. Vi vedremo quindi calcare, presto, i palchi insieme? E se sì, avete già pensato come strutturare un ipotetico concerto condiviso 

Chris: Sia a me che a Edward piacerebbe moltissimo suonare questi pezzi live con Winston e Slo Mo ma il costo di portarli in Europa per delle date potrebbe essere un ostacolo finanziario. Ed e io potremmo anche suonare questo repertorio con altri musicisti ma per ora non ci sono date pianificate.


Alla luce delle vette artistiche raggiunte con Me and the Devil, possiamo aspettarci anche una nuova collaborazione tra le pareti dello studio di registrazione? 

Chris: Collaborerei con Ed di nuovo, senza pensarci su un secondo. E’ solo una questione di timing...e il tempo sembra svanire di questi giorni. Spero che troveremo il modo di sederci e scrivere di nuovo assieme e di fare un altro disco assieme.


Tornando a parlare di songwriting, se chiedessi ad ognuno di voi di indicarmi un brano, appartenente al songbook dell'altro, del quale avrebbe voluto essere l'autore, quale sarebbe?

Chris: There’s a world tratta da Gypsy Child
Edward: California (Into the Ocean) da Bumbling home from Star


Dagli Stati Uniti al Sud della Germania, dove da anni ormai risiedi; in ognuno di questi paesi, Chris, sembri aver trovato stimoli per comporre e creare, come del resto avvenuto in questa tua nuova sortita italiana. Che differenze culturali, ma soprattutto musicali, hai riscontrato tra i tre diversi paesi? 

Chris: Sono stato in Germania per più di 12 anni e, nonostante abbia scoperto varie band locali, il grosso di quello che ascolto viene dagli Stati Uniti o dal Regno Unito. Culturalmente gli Europei hanno standard differenti riguardo alla loro “qualità di vita”. Lo stile di vita e lavorativo è un pò più rilassato rispetto agli States ed è per questo, anche, che mi ci trovo cosi bene. Non credo che il luogo geografico in cui vivo abbia un impatto sul mio stile musicale...anche se ripensandoci, ora sto suonando in una band che fa Krautrock...forse devo rivedere questa mia posizione!


Un cosmopolitismo che ti accomuna allo stesso Edward, nato in Inghilterra da madre inglese e padre italiano, e cresciuto nella summenzionata Pavia. Una provincia, quella pavese, caratterizzata da una fervente scena musicale, con elemento aggregante il palco dello Spaziomusica, nella quale si sono, in passato, formate alcune delle più interessanti realtà italiane in ambito Americana, e non, tra le quali spiccano proprio i tuoi Lowlands. Oggi questa scena è rimasta immutata e pulsante come un tempo, oppure, complice la recente crisi socio-economica, qualcosa è cambiato?

Edward: Sono cresciuto tra Italia, Francia ed Inghilterra. Dopo un periodo in Australia sono tornato in Italia e ho scelto Pavia sopra Milano. Era il 2003 e solo allora ho scoperto la scena Pavese. Avendo scelto di vivere li ho iniziato a portare molti dei miei amici musicali a Pavia a suonare, era un modo per tenere un contatto diretto con un mondo musicale più ampio. Sono venuti i Marah, i Lucero, Gli You Am I, Tex Perkins, Rod Picott, Dayna Kurtz, Magnolia Electric Co,...molti altri. Spaziomusica mi permetteva di farli suonare li. Spaziomusica è un locale leggendario...non è un caso che a Pavia ci sia una scena vivace e varia (anche se purtroppo disgregata per molti versi). Quel palco ha accolto talmente tante band di qualità che i musicisti locali hanno preso lezioni dai migliori. In questi 10 anni ho conosciuto musicisti locali eccezionali, alcuni di questi sono diventati amici: Mandolin Bros., Rude Mood (oggi Terlingo & Sacchi Quintet), Gnola Blues Band, Green Like July, News for Lulu, Luca Milani, gli Emily Plays, Stephane TV... la scena resta vivace e varia, dal Roots all’indie. Mi pare che la crisi economica stia colpendo un pò tutti, dal gestore del locale, chi ci suona e chi va a vedere i concerti. I soldi che girano sono sempre meno e devi scegliere. Affitto, le bollette, la benzina, la famiglia...devi scegliere come spendere tempo e soldi. E la musica indipendente, quella non delle major, ne risente sicuramente. I musicisti stessi non brillano in quanto a voglia di creare una scena mista ed aiutarsi a vicenda. Spesso è ognuno per se. Peccato. Ci sono eccezioni e sono preziose. Personalmente mi sento onorato di suonare in quel locale e di conoscere questa scena. Sono stato accolto benissimo a Pavia. Sperando in tempi migliori per tutti.


A proposito di palchi, recentemente Chris sei tornato a suonare dal vivo con il tuo vecchio sodale Dan Stuart, vi è la possibilità di rivedervi ancora insieme on stage, e perché no in studio, in un futuro prossimo? 

Chris: Andrei in Tour e farei dischi di nuovo con Dan in un batter d’occhi. Deve solo chiamare e io ci sarò. Mi piacerebbe.


Dal canto tuo, Edward, sei invece reduce, con i Lowlands, da un concerto esaltante allo Spazio Teatro 89 di Milano, immortalato in un cd/dvd di prossima uscita, nel corso del quale avete presentato alcuni brani inediti. Si profila pertanto una, non lontana, pubblicazione anche di un nuovo lavoro in studio? Ci puoi dare qualche anticipazione delle novità in casa Lowlands?

Edward: Proprio oggi pomeriggio sto ascoltando i mix finali del nuovo disco dei Lowlands “Love Etc..” che uscirà ad Ottobre. E’ un disco folk, con fiati e archi...una cosa più swingata che rockeggiante...sperando di non alienare troppe persone. E’ un disco che volevo fare fortemente. La Rise Up di Pavia ce lo ha finanziato e stanno cercando anche di aiutarci con i live. Lo abbiamo inciso nei 5 gg successivi al live unplugged di cui parli (Che dovrebbe uscire in live CD/DVD prima della fine dell’anno sempre prodotto dalla Rise Up). Faremo un concerto elettrico in apertura di Priviero all’Alcatraz di Milano il 26 Ottobre dopo di che porteremo in giro “Love Etc..” in 8/10 date in piccoli teatri da 200 posti. Un tour acustico sulla falsariga dell’unplugged con i pezzi nuovi a supporto.




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