martedì 15 aprile 2014

RG Band - Right now

(Pubblicato su Extra! Music Magazine)


Frutto di un “soggiorno di ricerca”, di più di tre mesi, in quel di New Orleans, ad «ascoltare quello che suonano lì», e registrato poi nel natio Veneto, Right Now rappresenta il debutto in studio della RG Band, dopo un'intensa attività live, sui palchi più diversi. Posto su nastro in soli due, intesi giorni, suonando tutti nella medesima stanza e bandendo, a priori, l'utilizzo di sovraincisioni ed autotuning, l'album beneficia di quella “sporca” veridicità esecutiva e dell'immediatezza tipiche, per l'appunto, di un'esibizione on stage, mostrando ancor più la genuinità della proposta sonora del quartetto veneto. A reggerne le fila, con indubbio carisma, è Riccardo Grosso, armonicista e cantante la cui bravura è inversamente proporzionale alla sua giovane età, tanto che in un ipotetico blindfold test, di featheriana memoria, lo si potrebbe scambiare per un consumato veterano del piccolo strumento ad ance. Armonica che rappresenta, al contempo, il tratto distintivo, insieme ad una voce, che pare forgiata da anni di frequentazioni alcoliche e da centinaia di sigarette fumate, di questa prima opera collettiva, tra brani d'inedita fattura e materiale altrui, abilmente rivisitato. A questo si deve aggiungere una notevole conoscenza della materia musicale proposta, ovvero la musica afroamericana, qui nella sua accezione più blues, ma variegata dai nostri, tra aromi latini, ansimare rootsy e i battiti in levare del reggae, in uno speziato gumbo, cucinato a dovere con gli ingredienti sonori “acquistati” durante il soggiorno nella Big Easy. Un combo solido quanto eclettico, quindi, con la sei corde di Stefano Pagotto, a contendere la scena all'armonica grossiana, ed una sezione ritmica, affidata al basso di Massimo Fantinelli, e ai tamburi di Marco Manassero, autentica fucina poliritmica. Ne sono esempio il sensuale rollare, a tempo di rumba, di Dog Me Down, avvolgente come un elegante abito di velluto, lo strumentale Kick The Cop, dove i nostri aprono a inedite sonorità pulp, che manderebbero in sollucchero l'animo “poliziottesco” del buon Tarantino, o nella robusta ossatura funk-reggae di Walk Away From Me. Scura ed insinuante è invece High Water, condotta pregevolmente dall'evocativo fraseggio della chitarra di Pagotto, con Grosso a narrare, «correndo con il Diavolo» di fianco, della tremenda alluvione abbattutasi proprio sulla città della Louisiana. Mischia, dal canto suo, futuristiche teorie politiche e ondeggiare percussivo, N.W.O., mentre nel cadenzato shuffle Just Your Breath, a mettersi in luce è la compattezza di un quartetto che si trova ormai ad occhi chiusi. E se nelle composizioni autografe i nostri dimostrano la bontà delle proprie capacità autoriali, senza mai cadere nel derivatismo, gradite sorprese giungono quando si appropriano di pentagrammi altrui, come nella hiattiana The Tiki Bar Is Open, ripulita con cura dalla sua polvere rootsy, ed intinta, ancor più, in nere tonalità blues, o una dir poco impeccabile rivisitazione della splendida Feel It in Your Heart, estrapolata dal songbook di Charlie Musselwhite. Un debutto di notevole spessore Right Now, o meglio, citando le parole dell'armonicista di Kosciusko poc'anzi menzionato, «That's tremendous!! ». E se lo dice una vecchia, incanutita, volpe come Musselwhite potete pur credergli.

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