lunedì 18 marzo 2013

Giardini di Mirò @ La Claque - Genova

(Pubblicato su Extra! Music Magazine)

Vedi a volte gli scherzi del caso; in una Genova che ospita, in questi mesi, una rassegna del pittore spagnolo Joan Mirò, parte Alone Together, tour “acustico” dei nostrani Giardini di Mirò. Una data “zero” che pare aver richiamato gran parte degli indie lovers della città della Lanterna, affollanti questa sera La Claque, piccola sala del Teatro della Tosse. Una location, dalla più che buona acustica, che ricorda uno dei tanti clubs che costellano i sobborghi delle grandi città d’Oltreoceano. Un palco più che consono quindi per il live show “sperimentale” approntato dagli emiliani, che si presentano per l’occasione in quartetto, dove ad affiancare gli storici Corrado Nuccini, Jukka ed Emanuele Reverberi troviamo Laura Loriga, già loro compagna on stage nella presentazione del recente Good Luck. E proprio durante la precedente tournèe è nata l’idea di uno spettacolo più raccolto, tra “suoni acustici, vibrazioni elettroniche, lenti delay e voci sussurate”. Un quartetto, pur nella sua essenzialità, tuttavia versatile, con Nuccini ed Jukka ad alternarsi brillantemente tra microfoni, chitarre, basso e un minimale set percussivo (composto dai soli timpano e rullante) ed un Emanuele Reverberi, vero e proprio jolly, nel suo padroneggiare con gusto violino, tromba e percussioni, ai quali si aggiunge l’incantevole apporto vocale della Loriga, oltre al muoversi sinuoso delle sue dita, sui tasti di un piano elettrico. Proprio a quest’ultima spetta inoltre il compito di aprire la serata con un mini-set, presentando i brani del proprio progetto solista Mimes Of Wine, con il quale incanta gli astanti grazie ad una soavità vocale che ricorda a tratti quella di una Regina Spektor meno “freak”, ed un lirico pianismo, tra rimandi classici e affreschi jazzy. L’attesa è tuttavia per il set degli emiliani, che non sarà, per nostra fortuna, avido di sorprese, anzi. Gran parte della scaletta è inevitabilmente incentrata sull’ultimo album in studio, il poc’anzi menzionato Good Luck, riproposto nella sua quasi interezza, a cominciare dal fascino tetro di una Rome che, orfana della nervosa spinta propulsiva di basso e batteria, pare tuttavia guadagnare in forza evocativa, grazie anche all’ottimo interplay tra le chitarre di Jukka e Nuccini, con la voce di quest’ultimo che pare trovare un’ideale contrappunto in quella della Loriga. Un’intrecciarsi di voci, maschile e femminile, capace di dar vita ad autentiche vibrazioni sensoriali, come nella ballata notturna Spurious Love, la cui progressione emozionale è impreziosita dai ricami del violino, o nell’immaginifica There Is A Place, quasi un sussurro, di straordinaria poesia, passando per una scarnificata Embers, fino ad una sulfurea e mantrica Bar Nasha, dal songbook dei Six Organs Of Admittance. Sono tuttavia gli encore a sintetizzare al meglio i propositi da cui è nato questo nuovo tour; prima una toccante e sentita Bufera, composta sulla note della amodeiana Per i morti di Reggio Emilia, in cui psichedelici riverberi vocali sono il viatico verso un climax sonoro che lascia ammutolita l’intera platea, per giungere alla conclusiva Wayfaring Stranger, vecchio spiritual con il quale i quattro si addentrano in inesplorati territori folk statunitensi, e dove il duetto vocale tra la Lorica e Nuccini sembra quasi voler rievocare quelli tra Isobel Campbell e Mark Lanegan. Una magnifica serata “diversamente noise”, nella quale abbiamo potuto esplorare una parte dei Giardini di Mirò fino ad oggi rimasta celata, nascosta dietro inestricabili siepi irte di spinosi feedback; un’oasi di sognante tranquillità nella quale rifugiarsi per rigenerare anima e mente.

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