giovedì 1 novembre 2012

Will Kaufman - Woody Guthrie, American Radical

(Pubblicato su Extra! Music Magazine)

"Un intero libro dedicato al Guthrie radicale doveva essere scritto; un libro su di un risveglio politico e sulle sue conseguenze; un libro che svelasse e recuperasse il pensatore ossessivo e lo stratega irregolare praticamente sepolto dalle celebrazioni romantiche del trovatore della Dust Bowl". Quali, se non le parole dello stesso autore, riescono a spiegare l’importanza del saggio in questione? Perché è proprio questo l’obiettivo postosi da Will Kaufman, nella stesura del suo libro Woody Guthrie. American Radical (con traduzione a cura di Seba Pezzani), ed esplicato a chiare lettere fin dal titolo.
Nel folto numero delle pubblicazioni, cartacee ma soprattutto sonore di stampo guthriano, che hanno caratterizzato il 2012, centenario della nascita del folksinger di Okemah, il libro di Kaufman spicca come la classica “mosca bianca”. Professore di letteratura americana all’università inglese del Lancashire, Kaufman si dedica, infatti, ad esplorare un lato di Guthrie sconosciuto ai più, troppo spesso oscurato dall’aura mitologica creata intorno alla sua figura nel corso degli anni. Ad essere al centro di una narrazione fluida ed avvincente, è infatti l’essere umano Woody Guthrie, nelle sue molteplici sfumature, tra pregi e difetti, capace tuttavia al contempo di rileggere con straordinaria lucidità e semplicità, attraverso la propria opera musicale, la società americana a lui contemporanea, nelle sue innumerevoli contraddizioni. E proprio qui risiede il maggior merito di Kaufman, ovvero l’averne raccontato, in modo esauriente, l’attivismo politico, al quale Guthrie dedicò gran parte della sua esistenza, prima di arrendersi ad una tremenda e debilitante malattia. Non ci troviamo quindi di fronte alla romantica figura dell’Hobo d’America, nella sua versione edulcorata presentataci da Hal Ashby nel film Bound For Glory, né tantomeno a quel restyling che la sua opera pare aver ricevuto da parte dell’America conservatrice (basti solamente osservare la banalizzazione, al limite del più becero populismo, alla quale è stata sottoposta a più riprese This Land Is Your Land). Ad essere al centro della narrazione è infatti la presa di coscienza politica di Guthrie, sfociata prima nell’adesione al socialismo e poi al comunismo; una “militanza” che ha in parte inizio con la nascita della rubrica “Woody Sez”, tenuta dal nostro sul “People’s World”, e in seguito rafforzatasi ulteriormente con l’arrivo a New York. Ed è a questo punto che il lavoro di Kaufman si fa prezioso, andando a ripescare, negli stessi archivi della Woody Guthrie Foundation, scritti, poesie, testi e disegni, unendo ad essi le testimonianze di coloro che vissero insieme a Guthrie quel periodo di fervida lotta politica. Assistiamo pertanto all’evoluzione del “pensiero politico guthriano”, tra punti fermi e contraddizioni; dalla partecipazione al progetto governativo per la celebrazione della Grand Coulee Dam, passando per una feroce critica al New Deal rooseveltiano, fino alle aspre lotte sindacali; sia con gli Almanac Singers, in compagnia dell’allievo e amico Pete Seeger, che in solitario. Dal pacifismo tramutatosi in un fervido interventismo all’indomani dell’attacco giapponese a Pearl Harbour, fino ad arrivare agli anni della Guerra Fredda, delle nascenti battaglie per i diritti civili e dell’oppressione maccartista, l’attivismo politico e culturale di Woody Guthrie pare essersi sempre più rafforzato.
Ad essere presente, come una sottile “linea rossa”, lungo tutto il dipanarsi della narrazione, è proprio questa sua perenne voglia di lottare per un mondo migliore e più giusto, protrattasi mai doma anche nel periodo in cui la feroce Corea di Huntington ne aveva minato mente e corpo. Ed è questo inedito lato della figura di Woody Guthrie ad emergere una volta conclusa la lettura di questo illuminante saggio; l’inossidabile lottatore, capace come pochi altri di trasporre in musica le ingiustizie e le brutture di una società, quella americana, ancor oggi purtroppo funestata dalle cupe e losche figure che la infestavano allora. Proprio per questo l’irruente radicalismo, tradotto su pentagramma, sembra non essere stato minimamente scalfito dal lento trascorrere del tempo, tutt’altro, tanto che la sua opera appare oggi più viva ed attuale che mai.

 

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