martedì 6 novembre 2012

Jon Cleary - Occapella!

(Pubblicato su Rootshighway)

Ah, la "Big Easy"; neppure l'immane forza distruttrice dell'uragano Katrina è riuscita a piegarne l'ammaliante flusso sonoro; uno speziato gumbo di note, suoni e lingue, tra le più disparate, al quale in passato ha attinto una nutrita schiera di musicisti. Molti infatti, il mai troppo compianto Willy DeVille su tutti, hanno trovato in essa una rinascita artistica, mentre altri ne sono rimasti talmente stregati da non riuscire più ad abbandonare quei luoghi. Uno di questi è Jon Cleary, pianista e cantante, inglese d'origine, ma da anni residente proprio a New Orleans. Qui oltre ad assorbire gli umori sonori della città, ha stretto amicizie importanti, come quella con Mac Rebennack aka Dr John, autentica icona vivente dello spirito musicale neworleansiano. Sul medesimo piano del "Dottore" si pone senza dubbio la figura di Allen Toussaint, eccelso pianista, oltre che uno dei più prolifici autori partoriti dal bayou musicale della Louisiana. Ed è alla musica di quest'ultimo che Jon Cleary tributa un sentito omaggio con Occapella!. Se sin dagli esordi il nostro si era cimentato nell'esplorazione dell'universo sonoro neworleansiano, con questa sua nuova fatica la sua attenzione si focalizza infatti sulla sola produzione toussaintiana, andando a riscoprire anche brani meno noti, composti dallo stesso sotto lo pseudonimo di Naomi Neville. Strumento guida dell'intero lavoro, e non poteva essere altrimenti, è il piano dello stesso Jon Cleary, il quale si destreggia magistralmente tra i tasti bianchi e neri, abbinando ad una tecnica strumentale invidiabile, un'autentica devozione nei confronti dell'opera musicale presa in esame. E questo traspare da ogni nota qui contenuta, sin dall'inebriante incedere dell'iniziale Let's Get Low Down, nella quale troviamo proprio l'amico Dr John, in quest'occasione anche alla chitarra, che presta la sua consueta gigionesca voce, dando vita, insieme a quelle del titolare e di Bonnie Raitt, ad un fascinoso intreccio vocale; il tutto in un brano che pare arrivare dalla produzione di un Rebennack d'antan, quello di Gumbo per intenderci. Altro gradito ospite è il trio degli Absolute Monster Gentlemen, le cui ugole impreziosiscono il bel esercizio doo-woop di Wrong Number, la divertente Popcorn Pop Pop, per poi sublimarsi in una splendida rilettura acappella, con tanto di beatbox e handclapping, di quel gioiellino che è la title track. Se la mordace Everything I do Gonh be Funky vede al microfono Walter "Wolfman" Washington, Cleary dimostra tuttavia di cavarsela anche in solitaria, come nella soave ed evocativa Southern Nights, nel funk futurista di Viva la Money o nella scalcinata bellezza di I'm gone. Allo strumentale Fortune Teller, con le dita di Cleary che corrono sicure e veloci sui tasti, spetta il compito di chiudere un album che non è solo un omaggio ad un singolo artista ma al frenetico, e mai domo, spirito musicale di un'intera città.

 


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