martedì 22 gennaio 2013

Trenincorsa - Abracadàbra

(Pubblicato su Extra! Music Magazine)

Un percorso quello dei Trenincorsa, lungo più di dieci anni, tra binari, rotaie e vecchie stazioni di paese. Accantonate in parte le prestigiose collaborazioni del precedente Verso Casa, per questo nuovo Abracadàbra il gruppo lombardo decide di puntare esclusivamente sulle proprie forze, lasciando tuttavia aperta la propria porta a sporadiche apparizioni esterne.
Una formula sonora variopinta e dalle molteplici influenze quella perpetuata anche in questo frangente dai nostri, che viaggia tuttavia sicura sui binari del folk rock italico, con qualche strizzata d’occhio verso lievi sonorità pop. Ad emergere fin dal primo ascolto è tuttavia un più marcato utilizzo, rispetto al passato, del dialetto lombardo, ricordando, almeno idealmente il Laghèe bernasconiano. Proprio il Bernasconi, o meglio Davide Van De Sfross, figurava tra gli ospiti del precedente lavoro, il poc’anzi menzionato Verso Casa, e la sua influenza sul pentagramma dei nostri è quanto mai evidente. Dai solchi dell’album emergono tuttavia anche echi ramblersiani, seppur edulcorati della loro combattività in favore di una forma, a livello testuale, più orientata al cantautorato; il tutto miscelato con i solari ritmi in levare dello ska e del reggae. Una ferrovia sonora, quella sulla quale viaggiano i treni lombardi, costellata da undici piccole e sperdute stazioni, in corrispondenza delle quali troviamo ad attenderci altrettante storie di vita vissuta. Se Primavera rappresenta il giusto compromesso tra l’ariosità del pop e la baldanza del folk, la title track così come Il Cinema Magnolia, sono figlie di una patchanka in bilico tra la Modena ramblersiana e la Giamaica.
Di stampo letterario è invece Agua Mala, liberamente tratta dal romanzo Il vecchio e il mare di Hemingway, che la fisarmonica e la tromba conducono verso inesplorati territori latini. Mare che ritroviamo al centro della narrazione anche in L’Uomo Del Faro, dove; come in La Grande Occasione, ed in particolar modo in El Gir Del Vent, con ospiti i calabresi Koralira, si concretizzano maggiormente le sperimentazioni sonore del combo lombardo. E’ l’ironia a caratterizzare invece la partecipazione di Martino Iacchetti alla divertente e autobiografica Sès Omen, mentre si dipana su toni sommessi la soffice ballata folkie Mi e Ti. Spicca senza dubbio per intensità e tematiche trattate, la conclusiva, per sola voce e piano, L’Altra Parte Del Mur, storia vera di un anziano ospite in una delle tante case di riposo cittadine, le cui mura non riescono a imprigionarne il desiderio di libertà. Un album Abracàdabra , pur non discostandosi da un canovaccio sonoro già ampiamente utilizzato da altre compagini, comunque fresco e vitale, capace di regalare, seppure a tratti, buone vibrazioni. Ai Trenincorsa auguriamo pertanto di continuare a viaggiare anche in futuro su questi binari, magari alla ricerca di nuove stazioni sonore, evitando tuttavia pericolose deviazioni verso i binari morti del pop.

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