domenica 11 marzo 2012

Cisco - Fuori i secondi

(Pubblicato su Extra! Music Magazine)


Ne ha percorsa di strada Stefano “Cisco” Bellotti, da quel lontano 2005, quando con enorme stupore e sconforto di molti, abbandonò i Modena City Ramblers. Una decisione sofferta quanto ponderata, punto di partenza per quella che si sarebbe rivelata una, fino ad ora, proficua carriera solista. Dopo un esordio di rara bellezza come La Lunga Notte e gli esperimenti sonori de Il Mulo, ora il nostro da alle stampe Fuori i Secondi, destinato a diventare la sua opera più matura e completa.
Questo grazie ad una maggiore consapevolezza dei propri mezzi e ad una penna forse mai ispirata come in quest’occasione. Fondamentale anche l’aiuto di alcuni amici di vecchia data, tra i quali spicca Francesco Magnelli, sapiente mano dietro gli arrangiamenti e la produzione, oltre all’apporto di quella che viene definita, dallo stesso Cisco, un’orchestra “futurista”, capace di districarsi con gli stilemi sonori più differenti. Elemento fondamentale nella musica del nostro rimane in ogni caso il folk come ben si evince dalla traccia di apertura La Dolce Vita, dura disamina della triste situazione politico-sociale in cui versa l’italico stivale, tra riferimenti al Fellini neorealista e citazioni da La Vita Agra di Luciano Bianciardi. Vengono tuttavia esplorati nuovi orizzonti musicali, come in Golfo Mistico, che pare rubare le atmosfere desertiche in salsa mariachi tanto care ai Calexico, o come negli echi quasi floydiani di Gagarin, sorta di trasposizione in musica del diario di bordo del cosmonauta russo, primo uomo a vedere la terra dallo spazio. E proprio con quest’ultima si apre una galleria sonora nella quale fanno la loro comparsa personaggi ritenuti dai più dei perdenti, eterni secondi, la cui opera è stata però rivalutata con il trascorrere del tempo. Si passa così dall’omaggio al mai dimenticato Augusto Daolio con la struggente Augusto, al ricordo di Antonio Ligabue, nella quasi omonima Ligabue, pittore dallo straordinario talento ma deriso in vita per la sua pazzia, fino ad arrivare al galoppante swing di Dorando, che narra le gesta di Dorando Pietri, atleta emiliano che nel 1908 riuscì “quasi” a vincere la medaglia d’oro alle Olimpiadi di Londra. Il lato cantautorale del nostro emerge invece in brani come la tenue e sognante Lunatico o nella purezza sonora di Una Terra Di Latte e Miele, scritta per il tour con Rubbiani e Cottica, e riarrangiata per l’occasione. Quasi gaberiana, per caratura testuale, è Credo che, insieme alla speranzosa I Tempi Siamo Noi, ci mostra come Cisco non abbia smesso di credere nella possibilità di un mondo migliore. Nell’autobiografica e divertente Il Gigante pare invece di sentire una scalcinata jazz band intenta a rileggere un vetusto blues, con il Tom Waits più gigionesco a dirigere il tutto. Emilia, posta in chiusura è una sentita dedica alla propria terra, tra l’amarezza di un presente buio e triste e le aspettative per un domani più sereno. Un disco d’altri tempi, puro negli intenti e nei suoni, capace di entrarti sottopelle fin dal primo ascolto, per non abbandonarti più. Con Fuori i secondi, Cisco si scrolla definitivamente di dosso i fantasmi del proprio passato per assurgere a figura musicale completa e di indubbio valore.

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